LE RICERCHE SCIENTIFICHE - INTRODUZIONE

Tutto inizia nel 1898, il 25 Maggio, quando l’Avvocato Secondo Pia, scatta le prime foto “Ufficiali” alla Sindone, esposta in Duomo a Torino, in occasione dell’Ostensione di quell’anno.  La scoperta delle particolarissime caratteristiche possedute dall’immagine del corpo impressa nel lenzuolo, vedi la sezione “La Sindone e la Fotografia”, destò l’interesse della comunità scientifica che da quel momento non ha mai cessato di occuparsi della Sindone. Oltre cento anni di ricerche hanno permesso di ampliare le nostre conoscenze sebbene ancora oggi sono molti gli interrogativi che attendono risposta, primo tra tutti quale può essere stato il meccanismo che ha provocato la formazione delle impronte, cioè trovare risposte attendibili alla domanda su come un uomo, più specificatamente un cadavere possa lasciare immagini di questo tipo in un lenzuolo. Nella sezione “Ipotesi sulle modalità di formazione immagine”, si farà un rapido excursus di quelle che sono state le teorie fin qui formulate , fermo restando che sembra ormai certo come l’impronta sia stata lasciata da un cadavere e non sia il risultato di una “creazione” realizzata ad hoc a partire dal medioevo. Le ricerche compiute nel 1978 dall’equipe scientifica dello STURP (Shroud of Turin Research Project – Progetto di ricerca sulla Sindone di Torino), hanno permesso di stabilire una serie di dati che rappresentano l’impalcatura delle moderne conoscenze sulla Sindone. Innanzitutto la conferma che sull’immagine non vi è traccia di pittura, poi che sotto le macchie di sangue non è presente l’immagine del corpo, cosa che fa intuire come queste ultime si siano formate successivamente. E poi ancora. L’immagine corporea è estremamente superficiale e si può spiegare come un fenomeno di ossidazione e disidratazione delle fibrille più superficiali del telo, anche se ancora oggi non si conosce come il tutto è avvenuto. 

E inoltre, studi sulle tracce biologiche, le importanti ricerche di carattere informatico, le ricerche fisico – chimiche, le ricerche mediche, archeologiche e così via hanno contribuito ad una maggiore comprensione di un affascinante mosaico. Naturalmente si affronterà, con dovizia di particolari, la questione relativa alla controversa datazione al C-14 per arrivare agli attuali metodi di conservazione della Sindone. 

Non resta altro che iniziare il nostro viaggio alla scoperta degli studi compiuti dal 1898 in poi.

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